Arriverà a settembre 2018, per la precisione il 4 settembre, e non avrà alcun tipo di censura: la notizia pubblicata da www.playstationzone.it è di quelle che con ogni probabilità faranno rallegrare i fan di lungo corso di Dragon Quest. Secondo delle dichiarazioni ufficiali, infatti, l’undicesimo capitolo del noto gioco di ruolo giapponese sarebbe pronto al suo debutto ufficiale anche in Occidente: come i meglio informati sapevano già da tempo, il titolo ufficiale sarà “Echoes of an Elusive Age” (con ogni probabilità, la Square Enix dovrebbe puntare in italiano a qualcosa come “Echi di un’era perduta”), ci saranno i principali personaggi che hanno fatto della saga un vero e proprio cult e soprattutto, in parte a differenza di quanto avvenuto per le uscite precedenti, non ci sarà nessun “riadattamento” pensato per il pubblico non giapponese.
Il mondo del gaming punta su Dragon Quest XI non censurato
Più di una volta, infatti, le versioni occidentali del gioco erano state tacciate di censura, soprattutto dai gamer più appassionati e da chi meglio conosceva la cultura nipponica. Stando alle dichiarazioni del director di Dragon Quest XI riportate da www.playstationzone.it, questa volta invece non dovrebbe succedere niente di simile. La gran parte dei dialoghi dovrebbe essere mantenuta inalterata, anche se dalla casa madre sembrano mantenersi la possibilità di adattare meglio, per renderle più comprensibili a un pubblico di occidentali alcune battute, processo che tra l’altro potrebbe essere replicato più volte, in maniera diversa e a seconda del singolo mercato di riferimento. Osservate speciali sono però soprattutto le scene con – più o meno velate – allusioni sessuali: fondanti nella cultura giapponese delle animazioni, vengono spesso evitate in occidente per non correre il rischio che il videogioco sia bollato come solo per adulti, oltre perché considerate in qualche caso scandalose. Nell’undicesimo capitolo di Dragon Quest, ciò non dovrebbe avvenire: ossia, anche la versione occidentale del gioco di ruolo dovrebbe mantenere trucchi come il “puff-puff” o il “magic slot”, tanto utili all’azione del gioco quanto divertenti per il giocatore. Un’immersione totale nella cultura giapponese, insomma: i giocatori occidentali però sono davvero pronti?